top of page

Nessuna forza di volontà? Nessun problema – Il potere dell’abitudine

Persona in piedi a piedi nudi su una pietra, al centro di una croce di pietre nella foresta.
Bild von Green Prophet

Il corpo conosce la via – anche quando la mente vacilla


Ci sono giorni in cui iniziare qualcosa – o portarlo avanti – sembra quasi impossibile. Non per pigrizia, ma perché il sistema nervoso è sovraccarico, la mente corre troppo veloce o l’impulso a fuggire è più forte del piano stabilito.

Per le persone neurodivergenti – ad esempio con ADHD, autismo o alta sensibilità sensoriale – questo non è un segno di debolezza, ma l’espressione di un modo diverso di processare il mondo. Eppure, proprio queste persone spesso desiderano maggiore stabilità, una quotidianità più affidabile, e un senso di autoregolazione che non richieda uno sforzo continuo.

Qui entra in gioco un sistema poco conosciuto ma estremamente potente: il sistema endocannabinoide, o ECS. Non si tratta di un’aggiunta opzionale: è parte integrante della nostra neurobiologia. L’ECS è una rete di recettori, messaggeri chimici ed enzimi che regolano l’equilibrio interno: quanto siamo in tensione, quanto riusciamo a calmarci, quanto ci sentiamo al sicuro.

Ed è strettamente legato al modo in cui il cervello apprende: attraverso la ripetizione, il tono emotivo e l’integrazione corporea. Proprio per questo diventa un alleato prezioso per chi fatica con le classiche strategie basate sulla forza di volontà.

 

Come il cervello costruisce nuove abitudini attraverso la ripetizione


Quando ripetiamo un’azione in un contesto simile – alla stessa ora, nella stessa postura, con uno stato emotivo simile – il cervello comincia a registrare quell’esperienza.

All’inizio l’azione è controllata in modo consapevole dal corteccia prefrontale, l’area cerebrale responsabile della pianificazione e del controllo. Ma con la ripetizione, il controllo passa ai gangli della base, un sistema che gestisce le routine e i programmi motori. Questo passaggio è misurabile: si attivano aree cerebrali diverse, l’azione diventa più rapida, stabile, meno faticosa.


L’ECS gioca un ruolo cruciale in questo processo: valuta lo stato emotivo e fisiologico durante la ripetizione. Se l’azione è accompagnata da una sensazione positiva, calma o soddisfacente, viene registrata come “valida”. L’ECS agisce come un amplificatore emotivo: rafforza ciò che fa bene e aiuta il cervello a memorizzarlo più profondamente.

 

Quando la corteccia prefrontale non regge – l’ECS come ponte interiore


Nelle persone neurodivergenti, la corteccia prefrontale spesso non si attiva in modo stabile. Questo può manifestarsi come impulsività, difficoltà di concentrazione, sovraccarico emotivo o confusione decisionale. L’autoregolazione classica diventa faticosa o instabile.


In questo contesto, l’ECS può intervenire: regola l’attività dei neuroni iperattivi nella corteccia prefrontale, stimola il rilascio di anandamide (una sostanza che calma lo stress) e migliora la filtrazione degli stimoli non rilevanti.

In questo modo crea le condizioni perché la corteccia prefrontale possa tornare ad accedere ai comportamenti intenzionali. Non sostituisce la funzione esecutiva – la sostiene quando è sotto pressione.

 

Un’abitudine è un’emozione ripetuta: come lavorano insieme dopamina e cannabinoidi


Quando un’azione è associata a un’emozione positiva – gioia, calma, senso di controllo – viene rilasciata dopamina, il neurotrasmettitore della motivazione e della ricompensa.


L’ECS è collegato al sistema dopaminergico: i cannabinoidi endogeni stimolano il rilascio di dopamina nello striatum ventrale, il centro della gratificazione. Il risultato è che la ripetizione non solo diventa possibile – diventa desiderabile.


Per le persone neurodivergenti, spesso molto sensibili agli stimoli, questa è una risorsa preziosa: quando una routine non è solo “logica”, ma anche emotivamente soddisfacente, il cervello sviluppa un impulso interno a ripeterla. L’ECS registra questa esperienza – e la rafforza.

 

Quando lo stress spegne tutto – l’ECS come cuscinetto neurobiologico


Lo stress attiva l’asse HPA, il sistema centrale della risposta allo stress. I livelli di cortisolo e noradrenalina aumentano, e l’accesso al pensiero chiaro e al controllo emotivo si riduce. Nelle persone con ADHD o autismo, questo può portare a shutdown, crisi o blocchi cognitivi.


L’ECS ha la capacità di smorzare questa reazione: frena l’asse HPA, riduce la produzione di ormoni dello stress e protegge l’accesso alla corteccia prefrontale. In questo modo crea uno spazio interno in cui la ripetizione può continuare.

Senza questo spazio, molti tentativi di costruire un’abitudine falliscono – non per mancanza di volontà, ma perché il sistema nervoso non riesce a tollerare l’apprendimento.

 

Cosa serve davvero a un’abitudine – e cosa la blocca


Molti libri motivazionali consigliano di “restare flessibili”. Ma per i sistemi nervosi neurodivergenti questo può essere fonte di disorientamento.

Il cervello collega un comportamento al contesto – orario, ambiente, stimoli sensoriali. Se il contesto cambia troppo spesso, i gangli della base non riescono ad attivarsi con stabilità.E l’ECS, che lavora sulla sicurezza attraverso la ripetizione, non si attiva. L’azione resta faticosa, fragile, mai davvero integrata.


Ancora più dannoso è “forzare” una routine che non è più sentita come coerente. Quando si continua per dovere, senso di colpa o paura di “fallire”, si crea una dissonanza interna. L’insula, che percepisce gli stati corporei, rileva il conflitto. L’ECS si disattiva. L’azione perde significato. Diventa meccanica, vuota – e insostenibile.

 

Il percorso BodyMind: abitudini che si incarnano, non si impongono


Nella prospettiva BodyMind, le abitudini non sono comportamenti rigidi da imporre con disciplina – sono sentieri neuronali viventi, costruiti attraverso ripetizioni che si sentono buone.

Un’abitudine è come un sentiero tracciato nel sistema nervoso. Più viene percorso, più diventa stabile. E più è stabile, più il corpo ci va spontaneamente.


L’ECS è come un giardiniere silenzioso: nutre, rafforza, protegge. Trasforma un’azione consapevole in un ritmo familiare e incarnato. Non perché sia stata ripetuta con forza, ma perché si è sentita abbastanza bene da volerla ripetere.

 

 

 

bottom of page