Spiral Dynamics: ritorno dei sistemi egocentrici-violenti ed etnocentrici-tradizionali
- Enrico Fonte

- 26 set
- Tempo di lettura: 5 min

Negli anni passati molte e molti speravano che il mondo stesse andando in direzione di una crescita lineare: dall’umanistico-egualitario (Verde) verso il sistemico-integrativo (Giallo) e magari oltre. Una traiettoria di maggiore inclusione, complessità e cooperazione globale.
La realtà degli ultimi anni mostra però un quadro diverso: siamo in una fase di regressione, dove tornano a dominare sistemi più primitivi e reattivi.
La Spiral Dynamics aiuta a leggere questo movimento. I sistemi di valori non sono gradini da salire una volta per tutte: coesistono, si sovrappongono e, sotto stress, le società tendono a riattivare i memi più rapidi e rassicuranti.
Per questo oggi vediamo il ritorno in grande stile dell’egocentrico-violento (Rosso) e dell’etnocentrico-tradizionale (Blu), anche all’interno di società altamente tecnologiche e materialistiche.
Regressione egocentrica-violenta
Questo sistema di valori si fonda sulla forza, sull’impulso e sul potere personale. È la logica del capo carismatico che non chiede permesso, del guerriero che conquista, del leader che promette sicurezza con il pugno di ferro.
In passato lo troviamo nei condottieri tribali, nei signori feudali, nei conquistatori imperiali. Oggi si manifesta nei populismi aggressivi, nei capi di Stato che “mostrano i muscoli”, nelle culture politiche che glorificano l’azione rapida e brutale.
La novità contemporanea è che il Rosso dispone di strumenti sviluppati dal sistema materialistico-individualista (Arancione): intelligenze artificiali militari, armi ipersoniche, sistemi di sorveglianza digitale. È il paradosso di una mentalità da gladiatore che brandisce una spada laser.
Regressione etnocentrica-tradizionale
Qui la sicurezza non viene dalla forza individuale ma da un ordine superiore: legge, religione, nazione, autorità. È il bisogno di un codice morale rigido che stabilisca chi appartiene e chi resta fuori.
Storicamente ha retto interi secoli di Medioevo cristiano, ha guidato i nazionalismi del Novecento e oggi ritorna nei moralismi religiosi e nei patriottismi esclusivi.
In tempi di instabilità globale, il richiamo di questo sistema è forte: promette appartenenza, identità e disciplina. Non sorprende che in molte società occidentali crescano movimenti che invocano un “ritorno all’ordine”, spesso appoggiandosi a valori etnocentrici che dividono il mondo in “noi” e “loro”.
Stagnazione materialistico-individualista
Nonostante il ritorno di Rosso e Blu, il baricentro dell’Occidente resta nel sistema materialistico-individualista (Arancione).
È il mondo della scienza, del calcolo, della competizione economica, delle piattaforme digitali. Qui il successo si misura in efficienza e vantaggi, e lo Stato stesso parla il linguaggio dei numeri quando regola i giganti tecnologici con leggi antitrust o quando investe in chip, batterie e intelligenza artificiale.
È una convivenza paradossale: le istituzioni etnocentriche-tradizionali (Blu) cercano di contenere l’Arancione, ma così finiscono per riconoscerlo e rafforzarlo.
La politica industriale dei semiconduttori, con enormi sussidi pubblici, ne è un esempio lampante: sicurezza “blu” e competitività “arancione” che si fondono.
La delusione e l’implosione umanistica-egualitaria
Negli anni Novanta e Duemila si è diffusa l’idea che il sistema umanistico-egualitario (Verde) potesse diventare il nuovo collante globale. Diritti civili, ambientalismo, comunità orizzontali e partecipazione democratica sembravano segnali di una società più empatica e inclusiva.
Oggi però molti percepiscono una delusione. Le disuguaglianze economiche non sono diminuite; i movimenti comunitari si sono spesso frantumati in identitarismi incapaci di coalizzarsi; l’ecologismo, pur urgente, resta a tratti retorico.
In molti contesti il Verde non è morto, ma si è imploso: una voce minoritaria e disillusa, incapace di incidere su larga scala. Questa frattura ha spinto parte della popolazione a rifugiarsi di nuovo in Rosso e Blu.
Evoluzione sistemico-integrativa: troppo presto o già in atto?
Il sistema sistemico-integrativo (Giallo) nasce quando si accetta la complessità e si integrano i livelli precedenti senza negarli.
È la logica che orchestra: usa la forza del Rosso quando serve, l’ordine del Blu quando funziona, il calcolo dell’Arancione quando porta risultati, l’empatia del Verde quando rafforza la coesione.
Oggi i segnali sono contrastanti. Da un lato sembra troppo presto:
crescita modesta,
elettorati che premiano semplificazioni rosso-blu,
scarsa educazione al pensiero complesso.
Dall’altro lato, però, ci sono semi già presenti:
la governance climatica dell’IPCC che integra scienza, sicurezza e giustizia,
le politiche urbane di Amsterdam ispirate all’economia della “ciambella”,
la collaborazione scientifica globale durante la pandemia,
le prime regolamentazioni dell’IA orientate all’interoperabilità e all’auditing.
Il Giallo non è ancora il centro del mondo, ma è un laboratorio che si manifesta in nicchie dove dimostra di funzionare meglio delle alternative.
Cosa accadrà nei prossimi decenni
La traiettoria più probabile è un Occidente materialistico-individualista amministrato: piattaforme e Stati che cogovernano con regole più rigide.
L’egocentrico-violento (Rosso) e l’etnocentrico-tradizionale (Blu) continueranno a influenzare la scena come carburanti emotivi, mentre l’umanistico-egualitario (Verde) resterà voce critica ma marginale.
Il sistemico-integrativo (Giallo) guadagnerà spazio solo quando mostrerà, con fatti concreti, che integrare la complessità riduce rischi e costi meglio delle alternative. Non con proclami morali, ma con sistemi energetici più resilienti, regole sull’IA che evitano monopoli, reti sanitarie interoperabili.
Il futuro non sarà una marcia lineare verso il Turchese, ma un rimescolamento dinamico dei sistemi di valori. Sopravvivranno le istituzioni capaci di integrare logiche diverse costruendo resilienza, modularità e adattività.
E tu, cosa puoi fare?
Se il mondo sembra tornare indietro verso sistemi egocentrici-violenti (Rosso) ed etnocentrici-tradizionali (Blu), non significa che tu debba restare intrappolato lì. Puoi iniziare a coltivare dentro di te un approccio sistemico-integrativo (Giallo).
Prima in teoria
Cambia prospettiva: non vedere gli altri sistemi di valori come “sbagliati”, ma come parti della storia umana che hanno ancora una funzione.
Il Rosso protegge e dà energia,
il Blu costruisce ordine,
l’Arancione innova,
il Verde connette.
Pensare in ottica gialla vuol dire accettare questa coesistenza senza giudizio e chiedersi: quale voce serve davvero in questa situazione?
Poi in pratica
Agisci con semplicità:
ascolta più punti di vista,
allena la complessità leggendo fonti diverse,
crea reti piccole ma resilienti,
fai da ponte tra visioni differenti,
sperimenta la sostenibilità quotidiana condividendo risorse invece di accumularle.
Il cambiamento giallo non nasce da rivoluzioni spettacolari, ma da persone comuni che imparano a vedere i sistemi come interconnessi e diffondono questa mentalità prima nel linguaggio e poi nelle azioni concrete.
Cinque passi per vivere il sistemico-integrativo nella tua quotidianità
Familiarizza con i sistemi di valori
Usa la Spiral Dynamics come mappa, non come scala. Nota dove sei tu e come si muovono le persone intorno a te. Per ampliare lo sguardo, avvicinati anche alle teorie integrali di Ken Wilber, che collegano psicologia, cultura e società.
Riconosci le voci dentro e fuori di te
Quando emergono rabbia, bisogno d’ordine, calcolo o empatia, chiediti: sta parlando il Rosso, il Blu, l’Arancione o il Verde? Così rendi visibile il mosaico di valori presente in ogni situazione.
Allena la complessità
Non fermarti a una sola spiegazione. Confronta fonti diverse e punti di vista opposti; accetta verità parziali ma complementari.
Agisci in piccolo, pensa in grande
Introduci pratiche semplici:
condividi risorse invece di accumularle
proponi regole chiare ma flessibili
cerca soluzioni con vantaggi distribuiti
Diventa ponte
Riconosci il senso dei valori altrui e mostra come possano integrarsi in sistemi più ampi. Non si tratta di vincere un dibattito, ma di unire prospettive.
Un invito
Il pensiero sistemico-integrativo non si diffonde con sermoni, ma con gesti quotidiani che dimostrano che la cooperazione funziona.
Sperimentalo nella vita reale: in famiglia, al lavoro, nelle relazioni. Più persone imparano a leggere il mondo con la Spiral Dynamics e le teorie integrali di Wilber, maggiori sono le possibilità di trasformare regressioni in crescita condivisa.
Note bibliografiche essenziali
[1] Clare W. Graves, Levels of Human Existence, Journal of Humanistic Psychology, 1970. Testo fondativo della teoria da cui nasce la Spiral Dynamics.
[2] Don Beck & Christopher Cowan, Spiral Dynamics: Mastering Values, Leadership, and Change, Blackwell, 1996. La versione più diffusa e divulgativa del modello.
[3] Ken Wilber, Una teoria di tutto. Una visione integrale della scienza, della politica e della spiritualità, 2001 (ed. italiana). Introduzione sintetica al pensiero integrale.
[4] Ken Wilber, Sex, Ecology, Spirituality: The Spirit of Evolution, Shambhala, 1995. Connette sviluppo della coscienza, ecologia e sistemi sociali.
[5] Don Beck, Spiral Dynamics in Action: Humanity’s Master Code, Wiley-Blackwell, 2018. Applicazioni pratiche in politica e società.



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