Distinguere invece di giudicare: la chiave per relazioni migliori
- Bodymind Therapy
- 3 giorni fa
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In un mondo sempre più polarizzato, dove il giudizio sembra dominare le nostre vite personali e collettive, esiste un’alternativa potente e trasformativa: distinguere invece di giudicare. Questo cambiamento non rappresenta solo una crescita personale, ma anche un'opportunità per trasformare le nostre relazioni e persino il tessuto sociale. Al centro di questa evoluzione c’è la metamorfosi del nostro "giudice interiore" in un "coach interiore", un passaggio capace di rivoluzionare il nostro modo di vivere.
Il giudice interiore: il peso del pensiero binario
Il giudice interiore è quella voce critica che valuta continuamente le nostre azioni e quelle altrui secondo parametri rigidi di "giusto" o "sbagliato", spesso ereditati dalla società, dall'educazione o dalle esperienze passate. Di solito è la voce del potere aggressivo e arrogante, delle autorità autoritarie e superiori in dignità, che affermano: "Sono meglio di te". Questo giudizio si basa su un pensiero in bianco e nero, che tende a semplificare la complessità della vita riducendo tutto a categorie statiche. Ad esempio, quando qualcosa va storto, il giudice interiore potrebbe accusarti con frasi come: "Te lo meriti", "È tutta colpa tua", "Vergognati" o "Sei un fallimento". Questa voce non solo alimenta l'autocritica, ma rafforza anche la tendenza a giudicare gli altri con gli stessi criteri rigidi.
Sebbene questo meccanismo possa a volte aiutarci a orientarci in una cultura o subcultura, risulta comunque limitante. Porta con sé sentimenti di vergogna, senso di colpa e separazione, sia da noi stessi che dagli altri. In un clima di giudizio, le persone si sentono bloccate, incapaci di apprendere dagli errori e di crescere.
Il discernimento: l'arte di vedere la complessità
Passare dal giudizio al discernimento significa abbandonare il pensiero binario per abbracciare la complessità della vita. Il discernimento è una capacità che richiede osservazione, compassione, curiosità e consapevolezza.Invece di chiedersi "Chi ha torto o ragione?", il discernimento si concentra su domande più aperte:
Quali sono i fattori che hanno influenzato questa situazione?
Cosa posso imparare da ciò che è successo?
Quali passi posso compiere per andare avanti in modo costruttivo?
Il discernimento non elimina la responsabilità, ma la colloca in un contesto più ampio, riconoscendo che ogni situazione è il risultato di molteplici influenze e che spesso non esiste una verità assoluta. Ad esempio, una decisione presa sotto pressione non definisce il tuo valore come persona, ma diventa un’opportunità per capire meglio le tue priorità e migliorare in futuro.
Dal giudice interiore al coach interiore
Il cambiamento fondamentale avviene dentro di noi, quando trasformiamo il nostro giudice interiore in un coach interiore.Mentre il giudice punta il dito, il coach ti supporta. Non ignora i tuoi errori, ma li vede come punti di partenza per la crescita. Dove il giudice si focalizza sul fallimento, sulla colpa e sulla vergogna, il coach si concentra sulle possibilità, sull'apprendimento dagli errori e sulla responsabilità di creare un futuro migliore.
Il coach interiore usa il linguaggio del discernimento, radicato nel principio socratico del "so di non sapere". Questa consapevolezza ci invita a essere curiosə e apertə, accettando che ogni situazione può essere vista da molte prospettive.
Le tre domande fondamentali del coach interiore
Per praticare il discernimento e passare al ruolo di coach interiore, ci si può porre tre domande fondamentali:
Sto osservando la situazione razionalmente e con empatia per tutte le parti coinvolte?
Questo significa andare oltre le reazioni emotive immediate, cercando di comprendere sia il tuo punto di vista che quello degli altri con equilibrio e apertura.
Sto trovando nell'evento la mancanza, l'errore o il fraintendimento senza colpevolizzare nessuno?
Identificare ciò che è andato storto è importante, ma il passo cruciale è evitare di attribuire colpe, focalizzandosi invece su come correggere o migliorare la situazione.
Mi sto chiedendo cosa è necessario per raggiungere una soluzione win-win per tutte le parti, considerando realisticamente le loro capacità e bisogni?
Una vera soluzione non si basa su un vincitore e un perdente, ma su un equilibrio che tenga conto delle esigenze e dei limiti di tutti, costruendo ponti anziché muri.
Queste domande aiutano a disinnescare il giudizio impulsivo e moralistico, favorendo invece un dialogo interno e interpersonale più costruttivo.
Come questo cambiamento può cambiare il mondo
Immagina un mondo in cui più persone ascoltano il loro coach interiore anziché il giudice. Questo approccio ha il potere di:
Rafforzare le relazioni: Quando smettiamo di giudicare gli altri e iniziamo a discernere, le nostre interazioni diventano più empatiche e costruttive. Ci concentriamo meno sul dare colpe e punizioni e più sul trovare soluzioni.
Promuovere il cambiamento sociale: Il giudizio morale spesso alimenta conflitti e divisioni, mentre il discernimento favorisce il dialogo, la comprensione reciproca e la collaborazione.
Coltivare la resilienza personale: Ascoltando il coach interiore, ci liberiamo dalla paura del fallimento, abbracciamo l'apprendimento e sviluppiamo una mentalità orientata alla crescita e all'inclusività.
Conclusione
Passare dal giudizio al discernimento, trasformando il nostro giudice interiore in un coach interiore, è un atto di rivoluzione personale e collettiva. Questa evoluzione non solo migliora il nostro benessere individuale, ma crea un ambiente sociale più inclusivo, empatico e orientato alla crescita.
E se, la prossima volta che senti il giudice interiore, scegliessi di fermarti e rispondere con una delle tre domande del coach interiore? La tua prospettiva – e forse anche il mondo – potrebbe cambiare radicalmente.